La savana

Svegliarsi con il fragore del fiume è stato come un piccolo sussulto. Con questo rumore che ti ha accompagnato tutta la notte, che è diventato sottofondo ma non comprendi subito, appena torni cosciente.
Un sussulto. Lo riconosci. Ti rilassi.

All’alba inizio a passeggiare per il campo, addormentato di bianchi, ma già all’opera di neri. Il personale alle sei meno un quarto è già al lavoro: chi pulisce la piscina, chi sistema il bar, chi prepara i tavoli.
Tutti rigorosamente in silenzio.
E’ questo quello che amo delle popolazioni diverse dalla mia: la capacità e l’umiltà di restare in silenzio.
Di ascoltare quello che la natura ha da dirti, o semplicemente da donarti…con il suo essere quello che è. Semplicemente meravigliosa.

Di giorno scopri angoli e vedute che di notte non hai potuto notare: piccoli salti d’acqua, la corrente che si increspa sugli ostacoli che non puoi vedere, ostacoli nascosti dal pantone del fiume. Colore pieno, nessuna opacità. Un marrone  coprente che non ti lascia neppure immaginare cosa ci sia sotto.

Fotografo qualche uccello, non perché mi esalta l’idea che questo sia raro, ma semplicemente perché mi piace.
Piano piano la gente si sveglia, gli uccelli se ne vanno, il silenzio si rompe.

Dopo la colazione si riparte verso lo Tsavo Est, molto differente dall’Ovest, a mio avviso più bello.
Qui la vegetazione è più bassa, più spazio alla terra rossa, pochi termitai, e le acace che svettano in mezzo all’aria con forme strane e fantasiose.
Alberi ombrello che sembrano disegnati e scorci di rocce rosse che proseguono il tappeto sabbioso del terreno.

Arriviamo a Mudanda Rock, una enorme roccia di colore rosso che si alza come un piccolo altipiano.
Ci arrampichiamo per una costa e ci si apre innanzi uno spettacolo meraviglioso.
Una radura, un piccolo lago, gli uccelli che si abbeverano, un facocero che bruca l’erba. Qualcuno dice un rinoceronte, in lontananza, visibile solo alle lenti di un binocolo. E più che sforzarmi di vedere il rhino, mi sforzo di estraniarmi il più possibile, di cercare il silenzio, anche qui, in questo posto meraviglioso. Respirare l’odore di questa roccia, che ti trasmette la storia degli anni, la forza del vento, il calore di mille e mille soli che sono sorti e tramontati sulla sua schiena.

Durante il percorso incontriamo una nuvola passeggera, qualche goccia d’acqua e come sempre, dopo che ha piovuto, tutto si colora di luce più intensa.
Quando piove e cambia l’umidità nell’aria, le piante si lavano della polvere e rinvigoriscono. Così da un minuto all’altro ci appare un paesaggio ancora diverso. Ancora nuovo.

Incontriamo elefanti in branco, anche loro arrossati dalla terra color ruggine, mentre mangiano l’erba e si stringono attorno il loro cucciolo per proteggerlo.
Giraffe eleganti che ruminano le fronde degli alberi e zebre docili che abbaiano come cani. Le zebre abbaiano, lo sapevate?

Il giro del parco si conclude con la vista di due coccodrilli. Ma vorrei dire che il safari non è solo animali, anzi.
Devo ammettere che non avendo la mia lista di bestie da checkare non ho provato eclatanti esaltazioni alla vista dei ghepardi o degli elefanti. Piuttosto mi sono lasciata pervadere da un senso di pace e tranquillità mentre tutti dormivano e il sole scendeva dietro di noi, di un rosso carminio come infuocato.

E poi la luna, come il ghigno di uno stregatto dalla bocca sottile, a mezz’asta, con Lucifero poco sotto che risplende come non mai. Piena di una luce che arriva in via preferenziale, da quell’astro infuocato all’equatore.

E poi il ritorno, la strada, sterrata e piena buche. Semplicemente come è giusto che sia una strada africana, rossa e dissestata.
I bambini ai lati che salutano, qualche ragazzo con una bicicletta.
Alcuni gruppetti che tornano dalla partita a pallone, il crepuscolo, e poi la notte che scende. I lumini si accendono e le case diventano piccole zone di luce calda e fioca.




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2 Comments

  1. Con questo post mi son fatto proprio un regalo! Aspetto di preparare il pranzo e leggo quello che hai scritto. Ho un po’ viaggiato con te, con quello che dici e con quello che hai visto. Un abbraccio. Ezio

  2. Una parola: brividi. Sarà che la amo, l’Africa…sarà che ho un’immensa voglia di tornarci..sarà che, con le tue parole, mi hai fatto viaggiare e arrivare da lei senza un’aereo… <3

    http://www.thefashionprincess.it/

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