Il mio Vietnam: un incubo di viaggio prima del ritorno

La giornata di oggi è stata un po’ surreale ed asettica: il tempo è volato senza fare niente di interessante, e nel prenotare la stanza d’albergo ad Hanoi ci siamo resi conto che manca davvero poco al termine di questo viaggio.
Non so come ma nei giorni scorsi abbiamo sbagliato a fare i calcoli – in due teste e decine di volte -, sembra impossibile ma effettivamente è così, pensavamo di avere un giorno in più, invece ci resta una sola notte di viaggio – stanotte -, una giornata piena ad Hanoi domani – quando arriveremo alle sei di mattina – ed una notte per poi partire per l’aeroporto il 13 mattina presto.

Dunque domani dedicheremo la giornata intera alla visita di Halong Bay, il luogo più famoso e suggestivo del Vietnam.
Abbiamo scritto una mail all’hotel di Hanoi per chiedere se potevano già riservarci due posti per l’escursione, ma purtroppo non riusciremo a leggere la risposta fino a domani mattina – quando tra l’altro arriveremo in hotel e dunque sarà inutile.

topi - HuéOggi abbiamo entrambi il mal di pancia, io in particolare. Il nostro caro Dukoral ci ha forse abbandonato?
Mentre siamo seduti al tavolino di un bar per bere un the caldo, nel giardino davanti a noi – praticamente a neanche un metro – c’è un’allegra famiglia di topi tutt’altro che riservata, che se ne fa avanti e indietro tra il bel giardino roccioso al centro ed il perimetro della veranda, dove vengono a raccogliere i resti di cibo e alcune briciole che qualche feticista gli tira appositamente.
Ora, ho il dovere di dirvi che Marco ha per i topi la stessa passione che io ho per i geki, ma con mio grande stupore si mostra freddo e composto. Così dopo dieci minuti che siamo seduti lì ci viene da dire che sono quasi carini. Le dimensioni ridotte di certo aiutano ma comunque preferiamo andarcene alla svelta, dopo aver immaginato quanto sia affollata la cucina se il giardino è così popoloso.

Questa città non ci ha particolarmente rapiti, ma devo ammettere che non le abbiamo dato grandi opportunità di farlo. Oggi avrei voluto noleggiare una bici per visitare i templi e le pagode nelle campagne circostanti, ma purtroppo il dover preparare nuovamente lo zaino e la necessità di prenotare l’albergo ad Hanoi ci ha portato via molto tempo.
Ogni volta che dobbiamo partire mi innervosisco e divento irritabile. I tempi, qui, sono molto dilatati e se prenoti un taxi per le 16:45 stai pur certro che non arriverà prima delle 17. Fortunatamente però quello di oggi è puntualissimo e il personale dell’hotel è tanto premuroso che mi consente di fare una doccia nell’idromassaggio della spa, prima di metterci in viaggio.
Così ci ritroviamo sul nostro ultimo sleeping bus che fortunatamente è pulito, comodo e poco affollato – alla fine del viaggio non la pensero piu cosi. Abbiamo anche i posti vicini e Marco legge nel suo letto soprelevato vicino al finestrino, sfruttando le ultime ore del giorno.

Fino ad oggi mi ero imposta di non pensare alla fine di questo viaggio, il ritorno al lavoro, agli orari e agli impegni.
Adesso invece, con la luce malinconica del crepuscolo, penso a come cambierà la nostra vita quando saremo di nuovo a casa, ma forse non dovrei.
Questo viaggio ci ha cambiati, arricchiti ed uniti ancora di più, prima di un’altra grande prova – due grandi prove, una quando torneremo a casa ed una piu imminente, di qui a poco.

Dopo un paio di ore dalla partenza ci fermiamo nel posto in assoluto più sporco che abbiamo visto da quando siamo qui. Una bettola sulla strada dove la gente mangia seduta ai soliti tavolini in miniatura. I bagni sono uno stanzone di cemento allagato, sulla sinistra c’è una fontanella dove uno sti sta levando la faccia, sotto di lui una tinozza con due pesci.
In questi giorni di racconti non ho mai parlato dei rumori gutturali che questa gente emette per non soffiarsi il naso – che credo venga considerato gesto di maleducazione. Beh in questo bagno, oltre ad esserci tutto quello appena descritto, turche nere di sporcizia e soffitti bassi ricoperti di zanzare, ci sono anche alcuni tra i più rumorosi richiamatori di catarro che abbiamo mai sentito.
Decido che non sono ancora pronta per utilizzare un bagno simile – e chissà se lo sarò mai – quindi aspetto Marco e vado di fuori. Mentre usciamo anche lui mi conferma che quello è il peggiore cesso che abbia visto in vita sua: un cesso da guinness dei primati!
Mi racconta che prima, sull’autobus mentre dormivo, il vecchio sotto di me si è tirato su seduto ed ha svuotato la vescica li per terra, giù per gli scalini dello sportello posteriore. Da sottolineare che il suo posto è proprio quello accanto al bagno e, volendo, avrebbe potuto farla dentro senza compiere neanche un passo. Nel frattempo due bambini gli scorazzavano attorno, giocherellando per i corridoi del bus.
Come se non bastasse – poco dopo – uno si alza e viene qui, tra i nostri sedili – che sono al piano di sopra – si appoggia a quello di Marco con un braccio ed anche lui si mette a urinare per terra.
Per fortuna io non ho visto la scena perchè stavo dormendo, ma anche il solo racconto riesce a farmi venire da vomitare, con un nervoso addosso che non mi consente piu di dormire.
Ok che non sono maniaci del pulito, ok che non lavano le stoviglie con l’acqua corrente, ok anche se ti fai una doccia al mese, ma adesso pisciare per terra in un autobus dove dovrai passare le prossime dieci ore mi sembra davvero troppo. Sono stizzita, schifita ed arrabbiata.
Ho detto poi dieci ore, magari! Alle 2 di notte infatti – esattamente a metà del viaggio – incontriamo un incidente che ci tiene bloccati per un tempo lunghissimo. Nel frattempo, mentre siamo fermi, il vecchio sotto di me ci concede il bis, questa volta però dentro il bagno, senza comunque dimenticare di lasciare la porta aperta per coinvolgerci tutti con un concerto di arie e con quella che probabilmente è la pisciata più lunga che io abbia mai sentito.
Dio mio.
Una macchina della polizia arriva con le sirene spiegate dal suono improbabile ed un lampeggiante verde acceso.
Riuscirò ad addormentarmi solo dopo che saremo ripartiti, alle quattro e mezza di mattina, dopo aver perso più di due ore e mezzo per questo maledetto incidente.




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2 Comments

  1. Senti ma quindi la Halong Bay com’è? ci siete arrivati? ne vale la pena? Io sono alle prese con la mia Lonely, mi sto facendo un’idea sulle cose da fare ma ( non so se ti capita di comprarne di Lonely Planet..) quelli che ci scrivono parlano di ogni cosa come qualcosa di eccezionale e assolutamente imperdibile.. servirebbe qualcuno più sincero o un poco più obiettivo 🙂 Parto giovedì e non so proprio cosa aspettarmi..

    Complimenti per il Blog, davvero carino!

    • Ciao Roberto,
      noi alla fine non siamo riusciti a vedere Halong Bay perché l’autobus ha tardato troppo ed è un’escursione che richiede almeno due giornate intere (Halong dista parecchio da Hanoi).
      Anche noi abbiamo usato la Lonely Planet per organizzare il viaggio ma poi ci siamo affidati anche all’intuito.
      Il Vietnam è un paese da scoprire.

      Essendo però l’attrazione più famosa, Halong Bay, io non me la perderei. Noi abbiamo la scusa per tornare, ma tu non tralasciarla. Se tutti la amano ci sarà un perché 😉

      Fai buon viaggio! E quando torni passa di qua a dirmi com’è andata!

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