A, B, C…il mio alfabeto di viaggio

La Valu mi ha invitata, l’idea è stata di Trippando e ora farò degli inviti un po’ particolari Simone, Annaclara, Elena, Veronica e…Marco. Vediamo un po’ se decideranno di accettare!
Il mio A, B, C non parla solo i luoghi ma ciò che sta sotto, quando si viaggia, in movimento e anche stando fermi.

A, B, C…il mio alfabeto di viaggio

 

A. Attesa

L’attesa che non mi fa dormire la sera prima, che mi agita mentre preparo la valigia certa di dimenticare qualcosa.
L’attesa in stazione o all’aeroporto, con un libro appena iniziato o i sudoku più difficili.
L’attesa che fa parte di un viaggio, così come la partenza, il “mentre” e il ritorno.

B. Bici

La bici come mezzo di trasporto per sentirsi liberi.
A Parigi, sfidando il traffico pedalando come forsennati, per le viuzze del Marais e lungo la Senna, ridendo come pazzi e facendo a gara verso Place des Vosges.
Alle Saline di Sicciole, la voce degli amici indietro, l’odore del sale e il sole che brilla sulla salamoia, attorno.
Il sapore della felicità.
In bici alle saline di Sicciole

C. Cagli

Il ritrovo con la famiglia, le passeggiate alle cascate.
Sedersi a tavola con il proprio albero genealogico e vedere i rami che ora mancano, negli occhi dei frutti che ha lasciato.

D. Doolin

Venti case, poche centinaia di abitanti. Un piccolo porto che guarda verso i confini del mondo e le onde dell’oceano che si scaraventano sugli scogli.
Sentire la terra che trema ad ogni onda infranta, sentirsi piccoli di fronte alla forza e alla grandezza del mare.
E l’indifferenza dei Cliff of Moher in lontananza.

Doolin - porto

E. Evoluzione

Esperienza, emancipazione, energia, esplorazione, evoluzione.
A questa lettera appartengono le trasformazioni legate al viaggio e alla crescita interiore.

F. Festa

Le celebrazioni di un luogo, che oltre a mostrartene il lato più bello, te ne svelano l’essenza e l’aspetto più autentico.
Come il Grande Tet, in Vietnam, festeggiato senza grida, semplicemente passeggiando tra i fiori e sorridendosi l’un l’altro.
Sant’Antonio, a Lisbona, ballando per i vicoli dell’Alfama e facendo invece più rumore possibile, attraversando il fumo delle braci come nuvole .

Vietnam Grande Tet

G. Genova

La città che più amo al mondo. Decadente ed elegante, accogliente e scontrosa. Camminarci per la prima volta e sentirsi a casa.
Un legame che viene da lontano, che risale dalle viscere come l’odore del mare risale i carruggi verso monte.

H. Hoi An

La città del cuore. I colori del tramonto sul fiume, le risaie, di un verde mai visto prima, e le strade di polvere.
Gli odori forti del mercato che ti stritolano lo stomaco, le mani che ti tirano da una parte e dall’altra, il gioco dell’acquisto e la pace della sera, illuminata solo da lanterne di seta.

Vietnam Hoi An lanterne

I. Incontro

Perché ogni viaggio ne comporta almeno uno.
Sotto l’insegna degli arrivi in aeroporto, ritrovare le tue sorelle gridando di gioia.
Riabbracciare il tuo compagno che torna, dopo una lontananza che non era solo di terra e mare, per riniziare una vita insieme.
E prima ancora che con chiunque altro, l’incontro con te stesso, che ti riserva, ovunque tu stia andando, il viaggio.

L. Lavoro

Il mio, il più bello del mondo.
Scrivere di viaggi è per me anche un lavoro, come non avrei mai pensato.
Lo faccio con passione, cercando di imparare ogni giorno e non smettere mai di entusiasmarmi.

M. Madrid

La libertà che si prova quando si perde un volo e si resta sola a terra, senza sapere cosa fare.
Sedersi in aeroporto ed iniziare a scrivere.
Un signore al fianco che mi racconta le meraviglia de L’Avana e parlare francese sul volo notturno che mi porta verso Malaga.

N. Nave

La mia fobia, per cui credo che mai e poi mai salirò su una nave da crociera.
Le navi grandi, enormi, mi fanno terrore.
So benissimo che sono più difficili da affondare, è inutile che continuiate a ripetermelo.
Preferirei morire disidratata su una zattera in mezzo all’oceano circondata da squali, piuttosto che salire su una di quelle cose maledettamente giganti (se un giorno uno strizzacervelli guarirà questa mia fobia, vi farò sapere).

O. Opera

Quattro amiche, quattro sorelle, prima della partenza. Una sera di Settembre senza parlare dell’addìo, ma con il suo peso sul cuore.
Sentire una musica, rincorrerla e arrivare, attraverso una porticina, sui loggioni di un piccolo teatro.
Ancora oggi, dopo anni, ci diciamo che le lacrime erano solo per la forza dell’opera, ci eravamo promesse di non piangere.

Yutti in Madrid

P. Pianura

Il Tavoliere deserto, sotto il sole cocente. Fermarsi a mezza via e non vedere la fine della strada. Sentirsi nel Far West.
La Bassa, con le sue nebbie e i suoi filari di pioppi, così precisi, così perfetti.
Una morfologia che non mi appartiene ma che ha saputo comunque farmi sentire a casa.

Q. Quadro

Il finestrino di un treno che fa sempre da cornice agli altri viaggiatori, al paesaggio che scorre fuori.
Istantanee che scatto con la mente, da conservare insieme alle fotografie.

R. Roma

La maturità, una nuova vita che inizia, il mio primo falafel e Villa Borghese in autunno.
Perdersi senza preoccuparsi del dove, del come e del perché.
Ritagliare dalla realtà una piccola porzione di sogno e custodirla come un segreto per il resto dei propri giorni. Il vento della metro.
E poi tornare, a distanza di anni, in una Roma innevata, sospesa, con i piedi gelati ed un cappello nuovo.

Roma Colbacco Accessorize

S. Safari

Lo Tsavo Est e lo Tsavo Ovest, la savana, la terra che piange acqua, le prede e i predatori, il sunto della vita.
Una cascata che è forza, pura energia.
E il tramonto più bello di sempre, dove la notte confonde l’orizzonte e sembra quasi di vedere il mare.

T. Treno

Il mezzo di trasporto più bello perché nonostante le arrabbiature, per i disservizi che non mancano mai, il suo dondolio e la sua lentezza ti fanno assaporare meglio lo spostamento.
I frutteti dopo Cesena quando si sale verso nord, il mare a Marotta, viaggiando verso Roma, e i volti, le voci, i libri letti e la musica spesso troppo alta nelle cuffie del vicino.
Le grida dei ragazzi che escono da scuola, le dispense degli universitari.
I pendolari in abito e camicia che leggono il giornale.
Un incrocio di vite il treno, che si sfiorano appena, a volte con uno sguardo e a volte non si toccano neppure.
Viaggio in treno Viaggio in treno

U. Urbino

Casa e viaggio insieme. Il mio erasmus, insieme agli amici di tutto il mondo.
Il luogo dove più ho respirato la vita, la vita forte e prepotente dei vent’anni.
Quella che sei troppo intento ad ingoiare per prendere coscienza del fatto che non tornerà.
Quei momenti che quando ci pensi ti fanno sospirare, e che anche da soli varranno sempre la pena di avere vissuto.

V. Vagare

L’essenza del viaggio, lo spostamento.
Guidare una vecchia Peugeot verso Tarifa, quaranta gradi senza aria condizionata e le amiche che dormono di sasso.
Vagare attraverso l’Irlanda, il primo viaggio con l’amore, forse il più straordinario, a scoprire il mondo e riempirsi gli occhi.

Z. Zolle

Un po’ forzata, la zeta. Ma cade a pennello per il viaggio più bello, quello da e verso casa.
Casa mia, la mia terra, le mie corse di bambina, a perdifiato in mezzo al grano, le lucciole oltre il giardino, il castello visto in lontananza, le stelle cadenti con gli amici, le promesse non mantenute.
Le zolle di terra rivoltate ogni anno, a scandire le stagioni di una vita, che ovunque ti porterà il tuo viaggio, non potranno mai prescindere dalla tue radici.
Tavoleto




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10 Comments

  1. Sara,
    mi viene da piangere.
    E tu non ci sei, sei appena uscita.
    Questo post me lo sono divorata.
    Ho la pelle d’oca e gli occhi lucidi e tu DEVI scrivere più spesso, più spesso! Capito?

  2. Quanto cacchio sei brava? Quanto?

  3. Complimenti, è bellissimo!!!!!

  4. Complimnenti! molto bello il tuo ABC di viaggi.

  5. Brava Sara,
    mi piace tantissimo quello che hai scritto e condivido molte tue sensazioni.
    Ti leggo sempre volentieri.

  6. sono incantata. brava!

  7. quando un post trasmette PASSIONE, direi che è scritto con il cuore.
    Grande Sara!

  8. Bellissimo il tuo alfabeto! In certi punti è così dolce e commovente…

  9. Complimenti Sara, alfabeto molto origiale !!!

  10. b-r-a-v-a

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