La fine di un sogno
Un anno esatto fa, davanti una pagina bianca, usciva “Buttatevi nei sogni perdìo“.
Un nuovo percorso era iniziato e finisce oggi, con qualche sbucciatura, il respiro più corto e diverse consapevolezze.
Sono passati un inverno e una primavera, una lunga, difficile e interminabile estate, e in una soleggiata giornata d’autunno, si è spento il mio sogno.
Ho sempre pensato – come ti insegnano i guru del successo – al momento in cui avrei finito; a quando avrei spento l’inseparabile pc con un romanzo bell’e fatto alle spalle.
Nel ristorante dove ho speso ogni pranzo a scrivere in solitudine, ogni giorno tifavano per me. Si era deciso, insieme, di stappare una bottiglia, il giorno della fine. E poi, invece, il caso ha voluto che sia successo in ufficio, dopo una schiscetta a dir poco venuta male.
È accaduto come accadono le cose grandi, che arrivano spesso senza preavviso: in solitudine e nel silenzio, come le epifanie.
Mi sono commossa, appena: una lacrima si è affacciata ma poi ha deciso di non scendere; credo sia tornata su perché non s’è più vista.
E adesso sono qui, davanti a una pagina bianca nuova, che scrivo per me stessa e per chi vorrà leggere di me, senza commissioni, senza tracce, senza compensi né costrizioni.
Penso a tutto quello che mi è venuto da questi mesi: la caparbietà, il potere generato dalla volontà, gli amici che mi hanno aspettata e le loro domande sincere.
Marco, che ha fatto tutto e un po’ di più, perché non mollassi mai, ricordandomi però che mollare, a volte, può essere anche vincere.
Chi, con i suoi silenzi, non è riuscito a condividere con me questa gioia così grande.
E penso ai minuti e alle ore che ho trovato, ritagliati in ogni spazio dei miei giorni con piccole magie, a dimostrazione che il tempo non esiste, non è tiranno e non ne siamo schiavi. Ciascuno creatore del proprio presente.
Non avrò più scuse, non dirò più che non c’è tempo; lo troverò per le cose che contano e lo custodirò a discapito di ciò che non m’importa.
Ora so che ci sono due modi per far finire un sogno: rinchiuderlo, o renderlo realtà.
In foto:
Io, il giorno della firma del contratto d’ingaggio
Fiori, che Marco mi ha donato per celebrare questo traguardo
L’inizio e la fine insieme, indissolubili e inseparabili.
2 Comments
Sei coraggiosa. Sei una ragazza che emoziona. Sei speciale e io ti ammiro dal primo giorno che mi hai sorriso
Grazie per le belle parole tesoro.
Sai che ti voglio bene