Sandro

Quarantasei anni.
Quarantasei anni e sabato sera in macchina ad aspettare Nicole.
I finestrini rigati di pioggia, fuori, e appannati dentro.

Uno a quarantasei anni mica è troppo vecchio per passare una serata con gli amici! Mica a fare chissà cosa, ma neanche stare appostato fuori da una pizzeria aspettando un gruppo di tredicenni come un mezzo maniaco.

Ma Sandro fa quello che và fatto, da almeno una ventina d’anni.
Impeccabile sul lavoro, a messa la domenica, rappresentante dei genitori a scuola e massima disponibilità: per i colleghi, gli amici, i figli, il circolo e per il Prossimo in generale.
Oltre al mutuo da pagare poco tempo per sé, la macchina da cambiare e una passione per le moto, lasciata lì da parte per le cose più importanti.

La barista del Centrale glie lo dice spesso, che dovrebbe pensare un po’ di più a sé stesso.
Carina lei. Simpatica, acuta, intraprendente.
Spesso gli stuzzica alcuni pensieri che non si dovrebbero fare.
E gli scappano delle battute che non si dovrebbero fare.
Cioè non sarebbe proprio da lui dire certe cose, ma alla fine gli scappano.
Anzi, alla fine gli scappano anche piuttosto spesso.

Ma che male c’è!
Sempre stato un bravo marito, mai fatto niente di male e rispettato i suoi sacrosanti doveri nei confronti di tutti. Pure troppi!

Anzi, deciso: adesso stravolgerò la mia vita!
Una sera a settimana per il calcetto e una per andare a musica, meglio se con un’insegnante carina, che ha sempre desiderato imparare a strimpellare la chitarra e a quarantasei anni lo sfizio me lo posso anche togliere.

E anche una serata per la palestra, o un aperitivo con gli amici, in base a come mi va.
Non si può mica perdere la salute per stare dietro a tutti, lavoro, moglie e figli! Guarda qui cosa mi tocca fare: all’una di notte chiuso in macchina ad aspettare Nicole e le amiche. Manco fossi un taxi.
Anche se gli amici, ormai, li ho persi quasi tutti di vista.

Cosa ci sarebbe di male?
Pago il mutuo, vado a messa, massima disponibilità per colleghi, amici, moglie figli, per il circolo ed il Prossimo in generale.
Per cosa poi, se non si può neppure fantasticare in santa pace, fare una battuta alla barista o scegliere l’insegnante di musica carina?




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