Il mio Vietnam: Hanoi e la fine di un viaggio, anzi, due viaggi
Ogni volta che mi sveglio e non sono nel mio letto, ho bisogno di qualche secondo per realizzare dove sono.
Svegliarsi in uno sleeping bus non è piacevole, affatto.
È freddo a causa dell’aria condizionata e la spazio è ridottissimo. Non ho la più pallida idea di dove siamo e il nostro ritardo sarà, come minimo, delle due ore e mezzo che abbiamo perso stanotte.
Devo fare la pipì da più di dieci ore e adesso sto iniziando a star male. Non ho intenzione di usare il bagno dell’autobus – che comunque dopo scoprirò essere inagibile – quindi spero davvero che arriveremo presto.
Mentre diventa giorno cerco fuori dal finestrino un punto di riferimento per capire dove siamo.
Non incontriamo segnali stradali per forse più di cento chilometri, poi riesco a capire dove ci troviamo dalle scritte sulle insegne dei negozi. E forse era meglio non scoprirlo.
Sono le otto e mezza e siamo ancora lontanissimi, forse duecento chilometri guardando la cartina così, a occhio e croce.
Nessuno dei due ha il coraggio di dirlo ma il timore di non riuscire a vedere Halong Bay si fa sempre più vivo. Di certo non possiamo lamentarci di non aver visto belle cose durante il nostro viaggio, ma la Baia di Halong – naturalisticamente parlando – è l’emblema di questo paese e Marco soprattutto ci tiene molto ad andarci.
Facciamo una pausa di soli due minuti d’orologio, in cui alcuni uomini scendono e si mettono a fare pipì contro il muro. Anche io ho bisogno ma non faccio in tempo a mettermi i sandali che subito ripartiamo, e a quel punto non riesco a trattenere le lacrime.
Piango di stanchezza e di sconforto, perchè non so dove siamo nè quanto manca ad Hanoi e ho la vescica che sta per esplodere.
Alle dieci e mezza Marco vuole chiedere all’autista di fermarsi, ma grazie al cielo non ce n’è bisogno. Ci fermiamo in uno spiazzo di melma e appena siamo a terra seguo la fila di ragazze che corre verso il passaggio a livello, supera la ferrovia e si apparta dietro un promontorio per fare pipì.
Il nostro dubbio è che i due autisti, oltre a caricare diverse persone chiedendo soldi senza fare il biglietto, abbiano deviato il percorso per motivi loro. Per un paio di volte ci sono tipi loschi in moto ad aspettarci a lato della strada, uno degli autisti scende per consegnare un grosso sacchetto nero e poi ripartiamo.
Procediamo con la solita andatura – a passo d’uomo – e sto decisamente meglio, almeno fino a che Marco mi dice che mancano ancora novantotto chilometri, ovvero atre due ore di viaggio.
In realtà ce ne saranno ancora più di tre, arriveremo con sei ore di ritardo ad Hanoi, verso le 13.
Davanti a me ora c’è un bambino che gioca con una bottiglia di liquido giallognolo, si diverte ad agitarla e farla schiumare. Mentre cerco di convincermi che sia the o succo d’ananas tutto, in questo viaggio, mi sembra un incubo. E nel frattempo anche Marco ha iniziato a star male per bisogno di fare pipì.
Siamo in viaggio da diciassette ore e abbiamo fatto solo tre pause di pochissimi minuti.
Marco mi dirà, una volta scesi, che mentre dormivo ha pure sentito qualcuno vomitare nei sedili posteriori.
Quando scendiamo, ad Hanoi, l’aria fresca e lo sgranchirci le gambe ci danno così tanto sollievo che inizio a tremare, mentre Marco corre subito in cerca di un bagno per svuotare la vescica.
Dividiamo il taxi con una coppia di ragazzi di Manchester – anche loro sul pullman del terrore – che non hanno ancora prenotato un hotel ma vengono con noi nel quartiere vecchio.
E mentre ci dirigiamo verso una stanza pulita, un bagno e una doccia, su un banchetto in strada vedo con la coda dell’occhio un bel maialino in porchetta, marroncino, pelo corto, taglia media.
Qualcosa non quadra, è meno cicciottello di un maiale, sta lì schiacciato sulla pancia con le quattro zampe allargate in fuori, e la coda non è riccia, nè rosa. E’ una coda che probabilmente scodinzolava con affetto alla stessa persona che lo ha cucinato in porchetta.
Ci rassegnamo all’idea di non riuscire a vedere Halong Bay, significherebbe mollare i bagagli in hotel senza neppure farsi
una doccia e partire subito per altre due ore di taxi o di autobus. Così decidiamo che questo meraviglioso viaggio sarà meraviglioso anche senza la baia di Halong.
Dopo esserci rifocillati e aver mangiato qualcosa – erano esattamente ventiquattro ore che non mangiavamo, ma stranamente tutti gli avvenimenti del bus ci avevano fatto passare la fame – facciamo un giro per la capitale, nel suo quartiere vecchio.
E’ strano passeggiare per le strade di questa città, che sembra una dama orientale fascinosa e trasandata allo stesso tempo.
I francesi hanno lasciato grandi viali alberati e specchi d’acqua, ma la gente del posto si raduna, poi, nella strade strette, tra i muri delle case e gli odori del mercato.
Ogni via ha un nome per la tipologia di merce di cui si fa vetrina, così attraversiamo – in una passeggiata che dura qualche ora – la via della seta e quella dell’oro, la via del ferro, dove i colpi dei fabbri risuonano come campane, e il mercato, dove ritroviamo il solito rivoltante odore che supponiamo essere pesce essicato. Acellerando il passo arriviamo nella zona ortaggi e poi di nuovo pesce: una donna sta togliendo con un enorme coltello arrugginito la pelle ad un grosso pesce ancora vivo. Grandi reti piene di grosse rane gracidano e si muovono davanti a tinozze piene d’acqua, dove alcuni pesci danno le loro ultime boccate.
La via della contraffazione è una lunga via colorata di rosso dove tutti i negozi vendono soldi finti e biglietti augurali. Bruciare banconote di soldi finti è qui segno di buon auspicio – è per questo che la notte di capodanno le strade di Ho Chi Minh erano piene di piccoli falò – e agli alberi di Natale si appendono bigliettini rossi con scritte oro che riportano messaggi di auguri.
Questa via ha solo questa tipologia di merce ed è incredibile vedere come in tutti i negozi ci sia qualcuno che acquisti qualcosa: biglietti d’auguri o mazzette di banconote da cinquemila dollari da bruciare insieme all’incenso.
Quella ad Hanoi è una passeggiata rigenerante e rilassante. I motorini qui, in confronto ad Ho Chi Minh City, sono come mosche fastidiose da cacciare con un gesto della mano. Attraversiamo senza problemi e senza più timori, guardando verso l’alto le facciate di queste case ibride. Liberty fuori e vietnamite nel cuore: Buddha dalle aureole lampeggianti circondati di incensi fumanti, o minuscole vecchine sedute per terra a mangiare senza denti il loro Pho fumante.
Andiamo a cena in un locale carino su uno dei viali principali del quartiere vecchio. Nel ristorante ci sono solo turisti, ma il cibo è vietnamita ed è delizioso. Non resisto alla tentazione ed ordino pure una passion cheese cake.
Così ce ne torniamo in albergo passeggiando, mano nella mano, per le tranquille strade di Hanoi. L’aria è fredda e l’atmosfera malinconica rispecchia le stesse sensazioni che appartengono alla fine di un viaggio, lungo e meraviglioso.
14 Comments
ben tornati!
ciao mi chiamo dario complimenti per il tuo blog,presto sarò in cambogia e poi proseguirò il mio viaggio in vietnam,vorrei chiederti com è la gente del posto,ti chiedo questo perchè mi è stato detto da una persona che c è stato che cercano sempre di fregarti sempre e ovunque,che ne so una zuppa da strada 8000 dong per i vietnamiti 30.000 dong per uno straniero e altre cose simili,a parte questo immagino dal tuo racconto che sia un posto bellissimo
ciao grazie
Ciao Dario,
grazie per essere passato di qua e aver letto i miei racconti.
Quello che più mi ha colpito in Vietnam sono state proprio le persone, oneste, ospitali, orgogliose di accoglierti.
Come in tutti i paesi del sudest asiatico (non so se sei mai stato in Thailandia) dove il turismo occidentale è esploso da un po’, una qualsiasi compravendita prevede diversi minuti di trattative.
Io l’ho sperimentato più che altro sui vestiti e sui vari souvenir ah Hoi An (città che ti raccomando di visitare).
Per ciò che riguarda il cibo ci sono tantissimi ristoranti tipici dove puoi mangiare cibo autentico che hanno il menu coi prezzi. Personalmente in strada abbiamo mangiato solo due volte e sono convinta che non ci abbiano “fregati” perché abbiamo pagato pochi euro.
Mi raccomando se avrai altre curiosità o domande da farmi non esitare a scrivermi!
Ciao Sara…complimenti per la bellissima descrizione del posto . Vorrei andare in Vietnam io e una mia amica a fine agosto , per un mese..chiedevo se i prezzi erano abbordabili , quanto si paga a dormire non in hotel di lusso,e a mangiare? in fine se li c’e’ un bel mare. grazie mille per la disponibilita’!
Ciao Alessia,
innanzitutto grazie per il tempo che hai dedicato a Travelgum e per il tuo commento.
Il Vietnam è un paese che può essere sia molto economico che dispendioso.
Nel nostro viaggio abbiamo alloggiato in hotel da 30 € che come livello erano al pari dei nostri 4* o 3* superior.
Conosco persone che hanno alloggiato in luoghi da 2-3 € a notte.
Ovviamente in questi casi ne va della pulizia e dei servizi offerti, ma questo è per dirti che si può trovare davvero di tutto.
Magari potreste optare per ostelli internazionali dove viene garantita la pulizia minima ma le camerate sono economiche, o addirittura se avete intenzione di fermarvi almeno una settimana in ogni città potreste pensare ad un appartamento.
Il mangiare, oltre ad essere delizioso, è davvero economico, così come gli spostamenti.
Dunque in un mese dovreste riuscire a contenere i costi.
Ovviamente la spesa più ingente è sempre il volo, per questo vi consiglio – se non lo avete ancora fatto – di prenotarlo quanto prima (lavoro per http://www.tui.it e posso assicurarti che prenotando prima possibile si risparmia davvero tanto!).
Ciao Sara. In cerca di info sul Vietnam e capitato per caso sulla versione breve, finisco ora quella dettagliata, se così posso dire, del tuo diario. Mi accodo agli altri e non ripeto cose già dette su quanto scrivi bene e bla bla, voglio solo aggiungere che credo saresti riuscita a rendere piacevole e interessante anche la lettura di un diario dettagliato su di te che per due settimane fai la spesa tutti i giorni dal verduriere sotto casa. Per dire.
Detto ciò, io partirò per 3 settimane a novembre, destinazione Vietnam.
Vorrei chiederti innanzitutto come mai avete optato per gli sleeping bus e non per il treno, per esempio.
In ritardo ma grazie Stefano.
Belle parole come queste avrebbero meritato un caldo e immediato saluto ma mi sono sfuggite…mi spiace.
Se ripasserai di qui e ne avrai voglia mi farà piacere sapere com’è andato poi il tuo viaggio.
Ciao! a settembre io e il futuro marito saremo in Vietnam per viaggio di nozze. Si tratta di un tour organizzato di circa una settimana, pe poi spostarci in Cambogia e Thailandia.
L’agenzia di viaggio ci ha sconsigliato qualsiasi vaccinazione. Mi farebbe piacere avere un tuo parere.
Per quanto riguarda la valuta ci consigli di cambiare sul posto?
Grazie mille,
ciao
Claudia
Cara Claudia,
perdonami se rispondo solo ora al tuo commento.
Io al tempo feci tutte le vaccinazioni: epatite A e B, colera, malaria e antitetanica. Una cosa da pazzi a ripensarci ora perché fatti tutti di fretta e senza una reale necessità.
Il mio consiglio personale è che non servono…è importante però portare l’antirepellente per le zanzare da usare in particolare nelle zone paludose o molto umide (ovvero lungo il Mekong e pochi altri luoghi).
Quello contro il colera in realtà non è un vero e proprio vaccino ma si prende per bocca e “fodera” l’intestino proteggendolo anche da eventuali cause di diarrea del viaggiatore. Ora, se sarà un viaggio organizzato credo che difficilmente proverete cibo di strada, ma se questo è nel vostro interesse questo è l’unico che vi consiglierei di fare.
Spero tanto di averti aiutata. Vi auguro di fare uno splendido viaggio…se ti va passa a raccontarmi com’è andata al tuo ritorno!
Ciao Sara, volevo chiederti che cosa occorre fare come documenti per raggiungere il Vietnam: è molto difficile avere il visto? Ed è proprio necessario viaggiare su questi bus?
Ciao Sara, volevo chiederti che cosa bisogna fare come documenti per raggiungere il Vietnam. E’ molto complicato ottenere il visto? E bisogna proprio viaggiare su questi pullman?
Ciao Lori, per il visto al tempo contattai il Centro studi vietnamiti di Torino http://www.centrostudivietnamiti.it/.
Erano stati gentilissimi e molto veloci. Devi spedirgli il passaporto e loro te lo rimandano con il visto applicato.
PEr quello che riguarda gli sleeping bus invece, avevamo optato per quella opzione perché quella più caratteristica. I voli interni non ci interessavano, un po’ per il costo e un po’ per non perderci tutti gli spostamenti. Il treno invece ci era stato descritto come ancora più sporco dei bus, ma l’esperienza mi ha poi insegnato che è come una roulette russa 😀 è solo questione di fortuna!
Grazie Sara! Certo, mi sembra un po’ strano spedire il passaporto e ottenere il visto, senza che neppure ti identifichino.
E poi: complimenti! Ma che vescica hai? Più di dieci ore senza fare pipì… 🙂 Un innaffiatoio…
Sara, tutto bene? Non mi hai più risposto…