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Trentotto anni e Fuertventura d’inverno
Quando ho avviato questo blog era per raccontare i luoghi che visitavo: i posti da vedere, le esperienze da provare…Poi il web si è riempito di storie, di foto e di esperienze senza dubbio più entusiasmanti delle mie, e così Travelgum si è trasformato in una sorta di diario che raccontasse più le mie emozioni che i vissuti in senso pratico.
Sono qui a Fuerteventura, a 38 anni, e oggi a lezione di surf c’erano quattro ragazzi che hanno voluto provare questa esperienza per mettere una X sulla check list di cosa fare prima dei trent’anni. Mi sono resa conto che non ho niente da insegnare a nessuno, niente da spiegare, nulla da anticipare, soprattutto a chi prima di me ha deciso di intraprendere le strade del mondo ed esplorarle tutte, senza gli schemi e i limiti che io avevo a quell’età.
Leggi tuttoConsigli utili per un viaggio a Sao Miguel, Isole Azzorre
Ma come vi è venuto in mente di andare alle Azzorre?!
– A dire il vero io questo non lo so…
È così, non lo so e basta, so solo che abbiamo iniziato a parlarne – con il mio compagno di viaggio – e che mentre le altre destinazioni diventavano sempre meno interessanti loro prendevano forma nei nostri desideri.
Leggi tuttoLisbona. Terzo giorno. E fu Sant’Antonio
La stanchezza della giornata di ieri ci fa dormire come sassi fino alle otto del mattino, che per me e per i miei orari è come dormire fino alle tre di pomeriggio. Ci alziamo con calma e facciamo colazione da Nicola, una bella pateleria di Rossio dove assaggiamo per la prima volta un pasteis de nata, i deliziosi dolcetti portoghesi in pasta sfoglia, ripieni di crema tiepida ed aromatizzati alla cannella. Così dolci da far venire il diabete e così buoni da far perdere la testa.
Leggi tuttoLisbona. Secondo giorno. E fu Belém e fu la jinjinha
Il nostro secondo giorno a Lisbona per me inizia prestissimo -ovviamente – e così, lasciando che Marco dorma fino ad un’ora decente, mi metto a scrivere sul microscopico terrazzo della nostra stanza seduta su uno sgabello lillipuziano.
La via che di notte è così animata e allagata di gente, ora è vuota e silenziosa. La luce arriva da Rossio e piano piano si fa strada tra le facciate dei palazzi.
A poco a poco Lisbona si sveglia e i camerieri dei ristoranti iniziano a pulire la strada, imbrattata dai bagordi della sera prima.
Lisbona. Primo giorno. E fu l’arrivo, il Chiado e fu il Bairro Alto
Lisbona ha il fascino di alcune città iberiche, con case e palazzi dai colori pastello una diversa dall’altro.
In realtà ogni suo quartiere ha un suo stile, un suo centro e una sua anima.
Dopo un viaggio movimentato – e non da particolari turbolenze quanto da una bambina seduta dietro di me che si divertiva a puntare i piedi contro il mio sedile – arriviamo in centro con una autobus che percorre la strada principale di Lisbona: Avenida de Libertad. Grandi palazzi in stile Pombalino sfilano davanti ai nostri occhi, insieme a grandi facciate dipinte da perfetti, coloratissimi murales.
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