Posts Tagged "Hoi An"
Il mio Vietnam: lampioni di carta multicolori. Hoi An città delle lanterne.
Ci svegliamo in questa meravigliosa città con il canto del gallo, un gallo che sta rinchiuso in una
gabbia davanti alla casa che dà di rimpetto al nostro terrazzo.
Un gallo che inizia a cantare alle sei di mattino – e si addormenta alle undici di sera -, con frequenze mai inferiori all’un chicchiricchì ogni venticinque secondi – sì i galli fanno chicchiricchì anche qui e sì Marco ha cronometrato gli intervalli tra un canto e l’altro.
Facciamo una ricca colazione, con frutta, omlette, caffè e quant’altro. L’angolo per la colazione si trova su di un grande terrazzo in legno affacciato su una risaia.
Una vecchia vietnamita con la schiena ricurva sulle piante di riso, avanza lentamente nei suoi lunghi stivali di gomma marrone, mentre le rane cantano i canti del risveglio ed uccelli mai visti tagliano l’aria e si precipitano sull’acqua facendo incetta di insetti.
Questa città è un crogiolo di bellezze naturali, graziose costruzioni, persone meravigliose ed abili commercianti.
Il mio Vietnam: Hoi An, Venezia del Vietnam, romantica, decadente e meravigliosa
Il viaggio in autobus è durato circa undici ore, siamo infatti arrivati ad Hoi An verso le 7:30 di questa mattina.
E’ andato tutto bene, a parte il fatto che in un pullman di circa quaranta persone io ero l’unica senza coperta. La solita sfigata.
Io e Marco siamo stati gli ultimi a salire e ci sono due persone che non potendosi permettere il biglietto intero lo hanno comprato “di contrabbando”.
La ragazzina giovanissima che indossa un abito orientale giallo dorme sotto il “letto” di Marco, un altro ragazzo sulla trentina invece è proprio sotto la mia cuccetta. Sia io che Marco siamo al piano superiore.
E’ proprio il ragazzo qui sotto di me che si è preso il mio cuscino e la mia coperta, e non mi sento proprio di chiederglieli, visto che deve farsi undici ore di viaggio sdraiato in terra come una mummia abbandonata dalla dea Iside nel corridoio di uno sleepping bus.