Malta. Terzo giorno. St. Julians, Paceville e cartoline

Il terzo giorno, dopo la colazione fatta spingendoci verso nord, senza avere nulla in programma, decidiamo di passeggiare un po’ per negozi addentrandoci verso l’interno di Sliema per arrivare poi a St. Julian.
Incontriamo un piccolo parco affacciato sul mare, dove l’acqua batte insistentemente su un lastricato di scogli, là dove noi di qui ci aspetteremmo di trovare la spiaggia.

Indulgiamo a lungo su di una panchina e giochiamo per un po’ con gli attrezzi e le giostre del parco, messi lì per i bambini e a supporto di chi dedica a questo tratto di lungomare la sua corsetta giornaliera.

Dell’essere in vacanza ho già illustrato gli aspetti salienti – e ne illustrerò altri – ma dell’essere turisti proprio, sono emblematiche certe fotografie scattate a questo modo.
Con la meraviglia e il riso di un bambino, alla benamata età di quasi trent’anni.

Passeggiamo, camminiamo e passeggiamo ancora, sotto il sole caldo, con i capelli spettinati dalla solita aria fresca che caratterizza certe isole.
Un vento instancabile che quasi ti sfinisce, se non fosse che quando smette di soffiare l’afa inizia a farla da padrona tagliandoti le gambe e togliendoti il respiro.

Spinola Bay è una delle mille rientranze che l’acqua scava verso l’isola. Un’insenatura senza sabbia, dove le meduse galeggiano nell‘acqua trasparente, fluttuando come piccoli oggetti non identificati, incastonati sul fondale di sassi grossi e spessi.

Infiniti ristoranti con invitanti dehors e colorate terrazze ti invogliano a mangiare ad ogni ora. Ognuno col suo nome attraente – e spesso italianeggiante – ognuno col suo perché, al punto che vorresti dare una chance a tutti, senza lasciarne neanche uno.

Ci spingiamo fino a St. Julian Bay, dove finalmente si delinea una piccola spiaggia dall’aspetto un po’ familiare.
La sabbia grossolana con l’acqua limpida.

Uno sguardo e proseguiamo, risalendo verso l’interno. Risalendo verso il paese dei balocchi.
Paceville è quel chilometro quadrato di Malta che attira ogni estate decine di migliaia di turisti adolescenti in cerca di divertimento e trasgressione.
Il Marano riccionese elevato all’ennesima potenza. Una piccola scacchiera di stradine su cui si addossano locali, ristoranti, fast food, negozi, night club, discoteche e tutto ciò che possa essere ritenuto interessante da giovani instancabili ragazzetti in cerca di divertimento.

Per noi che siamo decisamente fuori target, il posto ha un ché di squallido, non essendo ancora stato ripulito dai bagordi della sera prima, ed essendo la clientela principale tutta a letto a recuperare le energie o in qualche scuola di lingua inglese a tentare di tenere gli occhi aperti.
In questo piccolo e deserto luna pack a cielo aperto cerchiamo un posto per mangiare, affidandoci a ciò che troviamo di più autentico e verace: un hotel-salagiochi-ristrante specializzato in cucina italiana, sushi, hamburger e fish and chips.
Finiremo a stento il nostro hamburger gigante e rientreremo in hotel, stremati dal junk food e dal caldo, e concluderemo molto presto la giornata a causa di due linee di febbre segnalate dal termometro sotto il braccio del povero Marco.




« « Malta. Secondo Giorno. Da Marsaxlokk a Golden Bay | Malta, quarto giorno…relax e fuochi d’artificio! » »

Leave a Reply