Dica trentratre…

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Avrò in mente questo scioglilingua tutto il giorno, ripeterò come un mantra questo numero perfetto che si specchia con sé stesso, nella forma priva di errori che ha l’Amore: matrice, azione e dono; essere, vedere e comprendere.

Sarà un giorno come gli altri, ho già ricevuto il mio regalo da tempo e ne ricevo innumerevoli ogni giorno, per questo sarà il giorno più bello, come sempre. Dispenserò sorrisi nuovi, con rughe a lato della bocca che non temo, che trovata finalmente la strada un passo o diecimila sono la stessa cosa.

Mentre tutto ancora dorme osserverò il risveglio come in un timelapse, mi regalerò un disegno usando tanta acqua, per ricordarmi che un grande percento del mio corpo è fatto di ciò che non ha forma, trova pace nel fluire con le cose ed è fedele a sé stesso solo nella sua mutevolezza.

Poi aspetterò curiosa di sapere dove andremo, accoglierò la mia sorpresa cercando messaggi nelle nuvole, guasterò il mascara con lacrime di gioia e farò una foto vera da guardare tra cent’anni, per accorgermi che era solo una finzione, scoprire se sarò nostalgica, ricordare insieme a chi non ci sarà più.

Mi preparo a morire e poi risorgere, andrò in cerca di falò per buttarci scarpe strette e stracci grigi, scaverò una buca e il suo fondo sarà il mio letto, così sarà la muta e il risveglio avrà cellule nuove e rinnovato DNA.

Il mio unico timore, oggi, è di non riuscire a contenere tutto questo. Questo vaso che trabocca ha bisogno di rughe, le sue crepe sono brecce da cui mescere la Vita.

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