Cambiare lavoro fa bene alla salute
Cambiare lavoro fa bene alla salute
è da ieri che ho questa frase che mi gira in testa.
Suona un po’ come un titolo della home page di yahoo, io però non ho statistiche né dati, non conosco il livello di serotonina che ho nel sangue, né ho contato quante volte sorrido di più al giorno da quando ho iniziato la mia nuova avventura.
Nonostante questo, però, mi conosco abbastanza per rendermi conto che questo cambiamento mi ha dato una straordinaria sferzata di energia.
Mentre tante persone attorno a me la temono più o meno consapevolmente, ho scoperto che la cultura del cambiamento che fino a ieri professavo solo nella teoria, praticata è una bomba mille volte più potente.
Ma perché? Cosa c’è di così forte nel buttarsi in qualcosa di sconosciuto che generalmente fa una paura boia?
Io, per me, mi sono data queste risposte:
1) se non sei davvero soddisfatto della tua vita (e tu che stai leggendo, lo sei?), prendere in mano le cose e cambiarle ti fa capire che sei l’unico responsabile di te stesso.
2) Prima di buttarti c’è sempre la paura di cambiare. Nonostante fossi convinta al trecento per cento di quello che stavo facendo, per un nano secondo mi sono detta che forse sarei stata meglio dov’ero, che d’altronde non stavo così male. Grazie al cielo non sono brava a dire bugie, neppure a me stessa. Sconfiggere questa paura è stato come rompere gli argini di una diga e liberare una forza dirompente rimasta fino a quel momento addormentata.
3) Vivere lo sconosciuto è una figata pazzesca. Se per molti buttarsi in un luogo senza punti di riferimento è terrificante, da parte mia ho scoperto che trovarsi in territorio inesplorato è fantastico! Ci si trova da un giorno all’altro in un sistema di persone e di dinamiche tutte da scoprire, libero da tutti i preconcetti, i malumori e le insoddisfazioni che in un contesto abitudinario finiscono inevitabilmente per cristallizzarsi. Entri in un contesto strutturato sì, ma hai l’opportunità di essere quello che vuoi perché ancora nessuno ha un’idea di te. Quale situazione migliore per essere te stesso?
4) La libertà dal ruolo. Certo, iniziando un nuovo lavoro si viene collocati in un contesto con determinate mansioni, ma si è liberi dall’idea degli altri e di noi stessi del ho sempre fatto così. E grazie al cielo c’è così tanta energia in movimento che si può essere molto più di quello che si è sempre stati!
5) La libertà dagli alibi. Se sei infelice sei sicuro che la colpa sia degli altri? Se non ti piace ciò che hai attorno perché non cambi aria? Gli alibi danno sicurezza, ma la felicità non sempre sta nelle certezze.
6) Le relazioni, che da sempre sono ciò che amo di più coltivare, nascono da zero. Sono semi da piantare e da curare, un terreno fertile che può diventare il più bello e rigoglioso dei giardini.
7) La certezza di riuscire a cavartela se un giorno anche questo lavoro dovesse finire. Come ti sentiresti se da un giorno all’altro ti trovassi senza l’unico lavoro che sai fare, quello che fai da più o meno dieci, venti o trenta anni? Probabilmente come dopo la fine di una storia d’amore infinita, ma finita: disperato, instabile e con la tragica certezza di rimanere solo per il resto dei tuoi giorni. Magari a rimpiangere un compagno o una compagna con cui le cose non andavano neanche così bene. Se ti butti una volta puoi buttarti cento volte.
Una persona, ieri, scherzava chiedendomi che droga mi somministrassero sul mio nuovo posto di lavoro. Credo che sia una droga molto naturale e che non si trovi neppure tanto fuori da me.
È il senso della novità, del sapersi reinventare, è provare a rilanciare in una mano che ci sembra fortunata. C’è del rischio sì, ma molte volte ci si diverte anche senza vincere. Che poi vincere, così come la mia droga, forse in fondo stanno semplicemente nella scelta di giocare.
Tutto qui.
p.s. spero che nessuno si senta giudicato da queste considerazioni del tutto personali. Quello che io ho fatto non è giusto in assoluto…era semplicemente giusto per me.
Alle persone che si sentono a disagio di fronte a questa mia esplosione dico, a cuore aperto: non sentirti mai giudicato dagli altri, tanto meno dalle loro azioni. Chiediti ogni giorno se sei felice. Ricordati che la risposta dipende ogni giorno da te
1 Comment
Ti adoro Sari, te e il tuo entusiasmo e la tua sincerità.
E viva le cose che cambiano e viva la felicità e viva chi si vive la sua vita. Tutta, come meglio crede.
(Ah, mi manchi anche eh).