In stazione

C’è un uomo alla stazione di Riccione, sempre nei dintorni, passeggia tra i binari.
La mattina presto aspetta seduto su di una panchina con la sua borsa sportiva nera, gonfia di cose. Un viaggiatore abituale, tutti i tassisti lo salutano.

Ha i capelli grigi, un po’ radi, ed è sempre vestito di nero.
I capelli oggi sono più corti del solito. Tagliati sul davanti, un po’ male a dire il vero.
L’ho incontrato sul binario uno, che pigiava sul monitor touch screen della biglietteria automatica. Ha tirato fuori il cellulare dalla tasca, smontato, e ha passato la batteria davanti allo schermo.
Poi ha controllato gli orari sul tabellone delle partenze, ha imprecato per i ritardi, e si è messo a fare su e giù per la banchina.

Ha risposto al suo telefono, muto, in pezzi.
Tra un dente e l’altro qualche spazio vuoto.
“Scusi signorina! Ha trovato un pacco di caramelle qui in giro?”
“No, mi spiace”
“Un pacco di sigarette?”
“No”

Prende una sigaretta dalla tasca, rotta.
E un accendino, rotto.
Se ne va scrutando gli angoli del marciapiede e sotto le panchine.
La casa nasconde ma non ruba.




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