Viaggio VERSO Roma

Il tratto di ferrovia tra Pesaro e Fano mi regala, questa mattina, un’emozione che non provavo da tempo.
Il mare scorre fuori dal finestrino. Che stupida penso, avrei dovuto sedermi dall’altra parte del corridoio, così da potermi stampare sul vetro e magari scattare una foto al paesaggio.
Ma da qui posso scattare una foto diversa: l’uomo di mezza età che legge il quotidiano nazionale nel suo perfetto abito scuro, posizionato comodamente sui due terzi della finestra. Sullo sfondo un mare splendido, calmo, piatto, e dai lineamenti che non conosco. Spiaggia lunga e scogli regolari, a delimitare il confine tra sabbia e mare, e tra spiaggia e cielo.
Spiagge libere, dagli stabilimenti invadenti della speculazione edilizia di Romagna, spiagge che odorano di mare e non di crema solare.

Amo questo tratto di ferrovia, tanto quanto amo il tratto opposto, che da casa mi porta dall’altra parte, al nord.
Il tratto dopo Cesena, pianeggiante e pieno di alberi fioriti a primavera.
La regolarità degli alberi da frutto che corrono veloci fuori dal vetro, è ipnotica tanto quanto lo sono questi scogli: unico filare che scorre tremolante, sullo sfondo di un mare immobile.

Questo tratto di ferrovia mi porta a Roma, in una giornata di sole pieno che però a quest’ora è ancora biancastro. Già alto ma con i segni dell’alba: un pallore da risveglio e una nuvola lunga, bianca. Come una piccola ruga sulla guancia, segno del cuscino e della notte.




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