Corsica. Ultimo giorno a Ghisonaccia e cena sul lago
La giornata di giovedì è dedicata al relax.
Decidiamo di non muoverci tutto il giorno per stare in spiaggia vicino al nostro appartamento.
Facciamo una lunga, lunghissima passeggiata, fino a una duna di sabbia dietro la quale scopriamo la foce del fiume dove due giorni fa avevo addocchiato la piccola tartaruga della testa segnata di rosso. L’estuario è pieno di sabbia, per questo il fiume sembra quasi uno stagno. Sarà solo nel pomeriggio che uno scavatore arriverà per aprirlo.
Dall’altra parte, verso nord, la spiaggia è lunga diversi chilometri e con tutta tranquillità li percorriamo tutti. Arriviamo al termine della baia dove tante casine stanno affacciate alla spiaggia con il sole in fronte. Alcune un po’ cadenti, altre dei e veri gioiellini. Ce n’è una tutta bianca, verniciata di freso, con la porta e le finestre celesti, un profilo color ocra e delle sculture marine realizzate con i tronchi riportati dal mare. La casa dei sogni. Poco più in su ce n’è un’altra alla quale stanno finendo le rifiniture, è grande e tutta in pietra. Una casa ricca ma creata con gusto, con grandi finestre per far entrare tutto il mare ed il sole che c’è.
In fondo alla baia c’è una grande pineta, così ancora una volta il verde si tuffa nel blu limpido delle onde.
Ritorniamo camminando nell’acqua, che a solo un metro dalla battìgia è già alta fino al bacino, è calda e limpida e anche a questa profondità ci si possono osservare le dita dei piedi.
La sabbia è grossolana e vicino alla riva i piedi sprofondano rendendo la passeggiata un po’ più faticosa, ma comunque piacevole.
Ogni coppia di signori e signore che incontriamo ci salutano con amorevoli bonjour. Siamo i più giovani di tutta la spiaggia, dalla pineta alla foce del fiume, eppure è piacevole che l’età media dei nostri compagni di villeggiatura sia così elevata: non ci sono grida, tutto si muove a rilento e i saluti che ci rivolgono sono così piacevoli.
La giornata scorre così, ad abrustolirci sotto il sole tra un bagno e l’altro. Addormentandoci tramortiti dal caldo e rinfrescandoci a mollo nell’acqua. Gli unici rumori che si sentono sono l’infrangersi delle onde e il gracidare delle rane, dietro di noi, in mezzo al canneto.
La sera, essendo l’ultima sera, decidiamo di andare a cena in un bel posticino. L’etange d’Urbino è uno stagno di 175 ettari avvolto in una atmosfera magica. Qui vengono coltivati i molluschi che poi vengono serviti a tavola. L’acqua è cheta e sullo sfondo pinete infinite e una piccola casetta immersa nel verde ti ricordano che questa immensa distesa di acqua non è un mare. I gabbiani sorvolano le boe ed uno di loro se ne sta appostato a controllare che tutto si svolga secondo la regolare routine della giornata che ormai sta volgendo al termine.
All’improvviso qualcosa sbuca dall’acqua facendo un guizzo di qualche decina di centimentri. È un pesce tutto matto che staltella fuori dal lago come fosse un piccolo canguro. Ridiamo come dei matti, proviamo a fotografarlo ma invano. Fa tre salti uno dietro l’altro ma poi scompare e torna dopo un bel po’.
Nella direzione in cui tramonta il sole c’è un piccolo ristorantino costruito sul lago, con la veranda che si affaccia sull’acqua. Vasi di fiori colorati pendono dal soffitto, l’aspetto è quello di un posto tranquillo e familiare. Ci accomodiamo ad un tavolo affacciato direttamente su un’acqua piena di pesci. Ci sono addirittura delle anguille che nuotano proprio sotto di noi, probabilmente in attesa che qualche turista a cena getti loro qualche mollica di pane.
Mentre mangiamo le nostre ostriche deliziose e delle eccellenti cozze marinate, l’ultimo raggio di sole scende dietro la pineta. Sono le nove e un gabbiamo viene a “sedersi” nell’acqua proprio in fronte a noi. I signori del tavolo vicino al nostro gli tirano qualcosa e lui, con l’aria seria e imperturbabile tipica dei gabbiani, lo becca al volo prima ancora che tocchi l’acqua. Un’anguilla risale in superficie per dargli noia o rubargli il bottino e lui, senza neppure voltare il capo, la caccia via con una zampa.
Tutto è surreale, tanto quanto è magico: il pesce matto e saltellante ci regala gli ultimi guizzi della giornata.
La nostra vacanza in Corsica volge al termine e devo dire che non poteva chiudersi meglio di così.
3 Comments
Che bel modo di raccontare, belle foto e bell’abbronzatura! 🙂
Grazie Davide! 😉
Hai descritto davvero bene la bellezza di una vacanza in Corsica!